Al maestro
O maestro, o maestro, ove n'andaro
i Suoi consigli e i Suoi suggerimenti?
A impararli i miei spiriti son lenti
e a scacchi so giocar come un somaro
Mi tolga presto il Suo saluto, o caro
Maestro, e più non creda ai giuramenti
miei di rifarmi: sono infranti e spenti
quegli astri che agli scacchi mi invogliaro.
Declinò la mia stella, se pur mai
nacque e rotti i miei pezzi se ne vanno
come pecore matte o come schiere
d'atterrite formiche, e non v'è Alfiere,
non v'è Cavallo che da tanto affanno
levi me stesso ed il mio Re dai guai.
Enzo Giudici (1920/1985)
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